TRIONFO ROSSO

Per raccontare il Gran Premio d'Italia del 1988, in programma l'11 settembre a Monza, non si può non partire da ciò che era successo il 14 agosto: Enzo Ferrari, il Drake, ci aveva lasciato, all'età di novant'anni. Un vuoto incolmabile per la Ferrari, per tutti i ferraristi, ma anche per gli altri amanti della Formula Uno. E' un momento difficile per la scuderia del Drake: le Rosse di Maranello sono abbastanza veloci ed affidabili, ma fanno sempre fatica a portare a termine le corse a causa dei consumi elevati. Tutto questo, mentre dall'altra parte c'è una McLaren velocissima, che non si rompe mai, guidata da due autentici fuoriclasse come Senna e Prost che la trasformano in una monoposto praticamente imbattibile.

A Monza, le prime due file dello schieramento ricalcano quelle di molte altre gare di questa stagione: la McLaren davanti alla Ferrari, Senna davanti a Prost, Berger ed Alboreto. La sorpresa viene dalle due Arrows di Cheever e Warwick che monopolizzano la terza fila, grazie anche ad un migliorato motore turbo Megatron. Poi c'è la Lotus di Piquet, davanti ai primi aspirati, le Benetton di Boutsen e Nannini. Al via, Prost scatta meglio di Senna, che però non ci sta e alla frenata della prima variante infila di prepotenza il francese e prende il comando della corsa. Dietro Prost, secondo, ci sono Berger, Alboreto, Cheever e Boutsen, mentre Warwick, partito malissimo, è sprofondato in mezzo agli aspirati: al termine del primo giro è decimo, fra le due March di Capelli e Gugelmin. Intanto c'è grande lotta per il settimo posto fra Patrese e Piquet: al 2. giro il brasiliano della Lotus supera il padovano della Williams, che gli restituisce il favore la tornata successiva. Dietro di loro comunque sta rinvenendo Ivan Capelli.

Nel frattempo, la corsa sta assumendo la propria fisionomia: Senna, che dopo due giri aveva già 3"3 di vantaggio su Prost, gestisce a proprio piacimento la gara permettendo al francese di avvicinarsi fino a portarsi a 2"5 da Ayrton, salvo poi ricacciarlo ad oltre tre secondi nel breve volgere di un giro. Sembra inoltre che Prost abbia dei problemi di misfire sul proprio motore, che gli impediscono di spingere a fondo. Berger per il momento tiene il ritmo del francese della McLaren e lo segue da vicino, mentre Alboreto è quarto e solitario. Se davanti non succede nulla di emozionante, dietro c'è ancora battaglia per la settima posizione, con il terzetto composto da Patrese, Piquet e Capelli che tiene acceso l'interesse degli spettatori. I tre non si risparmiano, col campione del mondo in carica in difficoltà con la frizione. Proprio per questo motivo, all'11. passaggio, Nelson esce di pista alla prima variante ed è costretto ad abbandonare, lasciando Patrese a vedersela con Capelli. Ivan tenta il sorpasso alla variante Ascari, ma Riccardo resiste da par suo. I due però devono anche stare attenti a Warwick, che sta rimontando ed è ormai dietro di loro.

Senna sembra intenzionato ad allungare, e porta il proprio vantaggio a 3"8 al 14. giro. E' a quel punto che Prost, che sembra aver superato i problemi di misfire, ha una reazione: al passaggio successivo fa segnare il giro più veloce scendendo sotto l'1'30" (1'29"925), avvicinandosi fino a portarsi a 2"7 al 17. passaggio. Senna replica, e in due giri riporta il margine a 3"9, facendo segnare a sua volta il record sul giro girando in 1'29"919. Questa scaramuccia fra i due piloti McLaren ha come vittima principale Berger, che decide di lasciarsi staccare da Prost per salvaguardare i consumi e il motore. Nelle posizioni di rincalzo, la lotta più accesa è sempre fra Patrese, Capelli e Warwick: il britannico rompe gli indugi e supera Ivan nel corso del 16. giro. Passano cinque giri, e anche Patrese deve arrendersi a Warwick, che lo infila alla prima variante.
Al 22. giro il divario fra Senna e Prost è di 4"6, ma anche stavolta il francese reagisce, facendo segnare tre giri record consecutivi, e riportandosi a 2"4. A questo punto però è Senna che fa segnare il giro più veloce, riportando il proprio vantaggio a quasi 3". Ormai è chiaro che Senna sta giocando come il gatto col topo, ogni volta che Prost cerca di avvicinarsi a meno di due secondi da lui, lui lo riporta sopra i tre. La lotta per l'ottavo posto fra Patrese e Capelli si risolve al 28. giro, quando Ivan supera Riccardo alla variante Ascari, non senza polemiche: in quel punto infatti stanno sventolando le bandiere gialle che segnalano la Zakspeed di Ghinzani ferma lungo il tracciato. Capelli dice che in quel punto era già davanti, ed i commissari a fine gara gli daranno ragione perché respingeranno il reclamo della Williams. Prosegue invece la rimonta di Warwick, che al 30. giro supera anche Boutsen ed entra in zona-punti.

Al 31. giro, improvvisamente, Prost passa sul traguardo con 9" di ritardo da Senna, distacco che il giro successivo aumenta a 12"7. Il motore della McLaren del francese borbotta, sta esalando l'ultimo sospiro. Al 35. giro, la Ferrari di Berger passa Prost e, subito dopo, il francese si infila nel box per ritirarsi. E' il primo abbandono per guasto meccanico di una McLaren dal'inizio del campionato. Ora Senna conduce con 26" di vantaggio su Berger, terzo è Alboreto a quasi undici secondi da Gerhard, quarto è Cheever, quinto Warwick, che si sta avvicinando al compagno di team, mentre sesto è Capelli: il milanese ha superato Boutsen proprio al 35. giro. La corsa sembra essere decisa, tanto che Senna rallenta il ritmo, permettendo a Berger di avvicinansi un pò, ma sempre dando l'impressione di avere la situazione sotto controllo. Tra il 43. ed il 47. giro, però, Ayrton perde 2"6, 3"2, 3"9, 2"3 e 2"8 da Berger. Il distacco, che al 42. giro (nove dalla fine) era di 21", ora è di soli 6"1, e ci sono ancora quattro giri da compiere. Cosa sta succedendo? Michele Alboreto non ci sta a non lasciare un segno in quella che è la corsa d'addio da ferrarista davanti al proprio pubblico e, a partire dal 40. passaggio, comincia a girare velocissimo, abbassando per quattro volte il proprio record sul giro (al 44. giro fa segnare un 1'29"070 che sarà il giro più veloce della corsa) e portandosi a soli 4" dal compagno di squadra Berger. Gerhard, che a sua volta aveva ridotto un pò il ritmo, si rende conto che deve svegliarsi se vuol tener testa ad Alboreto, e a partire dal 43. giro inizia pure lui ad andare fortissimo, migliorando per ben cinque volte di fila il proprio miglior giro.

Al 48. giro, Senna finalmente risponde ai tempi dei ferraristi, perdendo comunque un secondo da Berger. Il giro dopo Berger guadagna solo un decimo ad Ayrton: mancano solo due tornate alla conclusione, e Senna dispone ancora di 4"9. Sembra fatta. Senna arriva alla prima variante, davanti a sé ha un doppiaggio da effettuare, deve superare la Williams di Jean-Louis Schlesser, un francese che è stato chiamato a sostituire il convalescente Mansell. Schlesser vede arrivare la McLaren e si fa da parte, ritardando la frenata. Senna arriva un pò lungo ma riesce a passare, la sua ruota posteriore destra però tocca la ruota anteriore sinistra della Williams: la McLaren va in testacoda fermandosi sul cordolo esterno in uscita di curva. Senna è fuori! I tifosi increduli esultano, ora ci sono due Ferrari in testa al Gran Premio d'Italia, con Alboreto che in extremis cerca di prendere la scia di Berger. Ci riuscirà sono nell'ultimo giro, all'uscita della Parabolica, per uno storico arrivo in parata che a Monza non avveniva dal 1979. Dietro, c'è un altro arrivo in volata per il terzo posto: Eddie Cheever ha la meglio per poco più di mezzo secondo sul compagno di team Derek Warwick.

Primo Berger, secondo Alboreto: lassù qualcuno li avrà aiutati? :)