E alla fine spunta Herbert...

David Coulthard domina le prove ufficiali del Gran Premio d'Italia ottenendo il miglior tempo sia di venerdì che di sabato. Il primo dei battuti è Michael Schumacher, che precede Berger, Hill e un Alesi mattatore nelle prove libere ma opaco nelle qualifiche, anche a causa di continui problemi al motore. Nel warm-up della domenica il francese ottiene il miglior tempo davanti a Coulthard e Berger.

Il Gran Premio inizia con una sorpresa già nel giro di ricognizione: Coulthard esce di pista alla variante Ascari e la corsa perde l'uomo della pole prima di iniziare! Al via scatta in testa Schumacher seguito dalle due Ferrari di Berger e Alesi, e dalla seconda Benetton di Herbert, partito molto bene dalla quarta fila. Solo quinto Hill, davanti ad Hakkinen, Irvine e Barrichello. Di nuovo alla Ascari, però, Panis sbaglia una cambiata e dietro di lui Papis per evitarlo finisce in testacoda: nasce così un parapiglia che coinvolge tra gli altri anche Boullion, Montermini e Moreno. Inizia il secondo giro, e Berger infila Schumacher alla prima variante, ma la gara viene fermata con la bandiera rossa. Tutto da rifare daccapo, e seconda possibilità per Coulthard che con una nuova partenza potrà rischierarsi al via. Non potranno ripartire invece Montermini e Moreno, le cui squadre non dispongono del muletto, mentre Bouillion partirà dai box con la vettura di riserva regolata per il compagno di team Frentzen.

Stavolta Coulthard non si fa sorprendere e fa tutto bene, giro di ricognizione e partenza, infilandosi per primo alla variante, davanti a Berger, Schumacher, Hill, Herbert, Alesi, Barrichello e Hakkinen. In uscita dalla Parabolica, Alesi supera Herbert, portandosi in quinta posizione. All'inizio del terzo giro, in pieno rettilineo dei box, pure Barrichello passa Herbert, mentre davanti a loro i primi cinque prendono un certo margine. La situazione dopo dieci giri vede Coulthard condurre con 2"5 su Berger, 4"1 su Schumacher, 4"7 su Hill, 6"1 su Alesi e 12"3 su Barrichello, che precede Hakkinen, Herbert e Irvine. All'undicesimo giro, a Brundle scoppia la gomma posteriore sinistra: Martin cerca di rientrare ai box ma il pneumatico si distrugge e dalla monoposto si staccano pezzi dell'estrattore posteriore e dell'alettone. Al 14. passaggio, Coulthard commette un altro errore alla Roggia: lo scozzese della Williams va in testacoda, finisce nella sabbia, riesce a tornare in pista, ma solo per rientrare ai box ed abbandonare. Passa in testa Berger, seguito da Schumacher, Hill e Alesi.

Al 24. giro, Schumacher doppia la Footwork di Inoue superandolo a sinistra alla Curva Grande, Hill si appresta a fare altrettanto alla variante della Roggia, il giapponese però si sposta proprio verso sinistra subito dopo il passaggio di Schumacher e Hill è costretto a buttarsi sulla destra, perdendo probabilmente il riferimento della frenata, Damon finisce così per tamponare Schumacher ed entrambi finiscono il loro Gran Premio insabbiati nella via di fuga. Il tedesco, furibondo, scende dalla sua Benetton e si dirige subito verso la Williams, ma viene fermato da un commissario. A questo punto è il tripudio tra i tifosi ferraristi, ci sono due rosse in testa con un buon margine sulle monoposto inseguitrici. Proprio nella 24. tornata, Berger fa segnare il giro più veloce della corsa, in 1'26"419, poi nel giro successivo si ferma ai box per il pit-stop: tornato in pista in quinta posizione, l'austriaco viene però superato da Irvine alla Roggia e pure da Blundell alla variante Ascari. Un giro dopo Berger, è il momento della sosta di Alesi, che ritorna in pista proprio fra Irvine e Berger (Blundell si è fermato anch'egli ai box). Nei giri successivi si fermano tutti gli altri piloti: nella girandola delle soste, chi ci ha guadagnato di più è Herbert, che ha passato Hakkinen, che a sua volta però ha superato Barrichello il quale ha quindi perso due posizioni. Al sesto posto invece è salito Frentzen, che ha passato nel gioco dei pit-stop Irvine e Blundell. Le sorprese però sono tutt'altro che finite, e stavolta purtroppo sono novità negative per la Ferrari: le due Rosse sono una nella scia dell'altra quando al 33. passaggio, arrivando alla Roggia, una telecamerina montata sulla vettura di Alesi si stacca e come un proiettile impazzito va a colpire il tirante sinistro dello sterzo della vettura di Berger, rompendolo. Ora in testa rimane la sola Ferrari di Alesi, che precede di 8"3 Herbert, seguito da Hakkinen, Barrichello, Frentzen, Irvine e Blundell. Al 41. giro, Irvine parcheggia a bordo pista la sua Jordan per il cedimento del motore, mentre tre giri dopo anche la seconda Jordan, quella di Barrichello, è costretta all'abbandono per un problema idraulico. L'ultimo colpo di scena però avviene al 46. giro: dalla ruota posteriore destra della Ferrari di Alesi escono delle fiamme, il cuscinetto si è bloccato surriscaldandosi e mandando a fuoco la presa d'aria dei freni. Il francese rientra mestamente ai box, lasciando il comando della corsa ad Herbert e gettando la moltitudine dei tifosi ferraristi nello sconforto. Finisce con Herbert in trionfo, davanti ad Hakkinen, Frentzen, Blundell, Salo e Boullion.