Bellicosi? No, siam Pacific!

Dopo aver vinto il campionato di F.3000 del 1991 con il suo team, la Pacific Racing, e con Christian Fittipaldi come pilota, Keith Wiggins ritiene a buon diritto che sia arrivato il momento di effettuare il salto verso la Formula Uno, e, dopo un'altra stagione nella serie cadetta crea la Pacific Grand Prix. Consapevole dei limiti della sua struttura, Wiggins contatta la Reynard, che costruisce vetture di F.3000, affinché disegni e costruisca la futura monoposto della Pacific, la PR01. Wiggins confidava molto nell'esperienza maturata dalla Reynard in anni di ricerca e sviluppo per la realizzazione di una vettura di F.1 che però non avrebbe mai visto la luce. Sfortunatamente, tutto lo staff tecnico che faceva capo a Rory Byrne era passato nel 1991 alla Benetton, e la Reynard aveva venduto il progetto alla Ligier. Un nuovo piccolo staff tecnico inizia così a lavorare sul progetto PR01, naturalmente a nome della Pacific in conformità ai regolamenti FIA. Il progetto si basa su quel poco che restava di quello vecchio, integrato dall'utilizzo di pezzi delle monoposto di F.3000 così da abbattere un pò i costi. Purtroppo una crisi economica con conseguente crollo degli investimenti costringe la Pacific a rimandare il passaggio in F.1 all'anno successivo, ripiegando di nuovo sulla categoria cadetta, dove tuttavia uno dei piloti del team, David Coulthard, sfiora di nuovo la vittoria.

Finalmente, nel 1994, la Pacific Grand Prix si presenta ai nastri di partenza della stagione di Formula Uno schierando due vetture per Bertrand Gachot e Paul Belmondo; la vettura però è praticamente già vecchia di un anno, il motore è il V10 Ilmor anch'esso con già una stagione alle spalle e per il quale non si prevedono altri sviluppi. Come se non bastasse, la PR01 non è stata sviluppata in galleria del vento, ed ha percorso solo pochi kilometri di test.

I risultati si vedono in pista: a parte il primo Gran Premio ad Interlagos, in cui Gachot riesce a qualificarsi facendo meglio della Simtek di Ratzenberger, le Pacific non riescono mai ad entrare nei 26 ammessi al via della corsa, fatta eccezione per le gare dove, per incidenti o forfait vari mancavano alcune vetture. Nelle sette occasioni in cui le Pacific riescono a prendere il via, Gachot e Belmondo non riescono mai ad arrivare in fondo. La macchina non viene mai veramente sviluppata durante tutta la stagione, anche perché mancano i soldi, non essendoci uno sponsor di rilievo. Una debacle totale.

Per il 1995, le cose sembrano andare meglio. La Pacific stringe un accordo con David Hunt e la Lotus, il cui team ha appena annunciato il proprio ritiro dalle competizioni. Gli obsoleti motori Ilmor vengono rimpiazzati da dei V8 Ford ED e qualche sponsor comincia ad arrivare. Le notizie migliori arrivano quando, conti alla mano, si scopre alla nuova PR02 viene garantita la presenza ad ogni Gran Premio: arriva un nuovo team, la Forti, ma la sparizione di Larrousse e Lotus dal mondiale scongiura il pericolo di mancate qualificazioni. Sul fronte dei piloti, Paul Belmondo viene rimpiazzato con Andrea Montermini. La nuova vettura, denominata PR02, progettata da Frank Coppuck, si dimostra subito migliore rispetto alla macchina precedente, e capace di lottare con le altre piccole squadre del Circus, ovvero Simtek e Forti. Il team ottiene un incoraggiante nona posizione con Montermini nel Gran Premio del Brasile che apre la stagione, ma in seguito una serie di ritiri mortifica le aspirazioni della squadra, e Gachot, che nel frattempo è diventato co-proprietario del team, per far quadrare i bilanci è costretto a cedere il suo posto di guida ad un pilota pagante, ovvero il conte Giovanni Lavaggi, definito dall'ex pilota di F.1 Jonathan Palmer "disperatamente lento".

L'esordio di Lavaggi se non altro porta fortuna perché coincide con un ottimo risultato... di Montermini, l'ottavo posto di Hockenheim, anche se in realtà il merito è più dei molti ritiri (infatti arrivano in otto) che della effettiva competitività della macchina. Dopo Monza, finiti i denari, a Lavaggi subentra un altro pilota con la valigia, Jean-Denis Deletraz, che sulla carta dovrebbe finire la stagione ma in realtà viene appiedato con due gare di anticipo perché in ritardo con i pagamenti, e così Gachot torna per le ultime due corse, giusto in tempo per terminare all'ottavo (e ultimo) posto il Gran Premio conclusivo, ad Adelaide, con lo smacco però di aver perso il confronto diretto con i rivali della Forti, che hanno piazzato Diniz al settimo posto.

Al termine della stagione, il team si rende conto di non poter più sostenere un'altra stagione ad alti livelli ed abbandona la Formula Uno. Wiggins decide di tornare in Formula 3000, ricostituendo la Pacific Racing, ma senza ottenere gli stessi successi degli anni migliori.