Una MasterCard scaduta a marzo

Per anni la Lola di Eric Broadley aveva progettato monoposto di F.1 per altri team, come ad esempio per la Larrousse dal 1987 al 1991, per non citare la disastrosa T93/30 che venne utilizzata dalla BMS Scuderia Italia nel 1993. Il sogno di Broadley tuttavia è quello di partecipare con un proprio team in F.1. Nel 1995 un prototipo viene costruito e fatto girare per dei test con alla guida Allan McNish. Verso la fine del 1996, Broadley preannuncia la partecipazione della Lola nel mondiale di Formula Uno in futuro. Il team manager della Lola infatti ha trovato un partner molto importante, la MasterCard, disposto a mettere sul piatto 35 milioni di dollari per finanziare l'operazione prevista inizialmente per il 1998. La situazione precipita improvvisamente però quando, nel novembre del 1996, la MasterCard decide di voler scendere in campo nel 1997. Il team si ritrova quindi nella necessità di costruire in fretta una vettura dal nulla, e così, mentre gli altri team si stanno preparando per presentare i loro modelli, la Lola inizia a costruire il proprio nella propria base di Huntington. Per quanto riguarda i motori, c'è già un accordo per correre con i motori V8 Ford Zetec-R usati nel 1995 dalla Sauber, ma ancora abbastanza competitivi.

La monoposto viene completata in tutta fretta e presentata il 20 febbraio, giusto in tempo per presentarsi al primo Gran Premio della stagione, che si disputa a Melbourne in Australia. Denominata T97/30, la nuova Lola costruita prevalentemente sull'esperienza accumulata nella IndyCar non ha al suo attivo alcun test, né una seduta in una galleria del vento. I piloti designati a guidarla sono Vincenzo Sospiri e Ricardo Rosset, mentre per quanto riguarda le gomme, c'è l'accordo con la Bridgestone. La monoposto mostra subito e in modo impietoso tutti i suoi limiti: non è guidabile, non ha grip meccanico né aerodinamico, non riesce a mandare in temperatura le gomme, incontra troppa resistenza all'aria compromettendo la velocità di punta in rettilineo, ma ha pure poca velocità di percorrenza in curva. Entrambi i piloti rimangono fuori dal limite del 107% fissato per la qualificazione, ma il dramma vero è che la differenza da colmare per qualificarsi sarebbe di oltre cinque secondi!

Le monoposto vengono portate comunque in Brasile per il secondo Gran Premio stagionale, ma contemporaneamente la MasterCard dichiara concluso il proprio rapporto di sponsorizzazione con la Lola, che si trova costretta a rinunciare alla corsa, ed al resto della stagione. Le difficoltà per Broadley però non finiscono a Interlagos: in pochi mesi, la Lola Grand Prix ha accumulato qualcosa come 6 milioni di sterline di debiti, e la Lola Cars stessa è ora a rischio. Verrà salvata solo grazie al milionario irlandese Martin Birrane che comprerà la compagnia da Broadley.